Musestre na rowerze

Come molti altri uomini entrati nelle storie della Serenissima Repubblica di Venezia, anche io, Everardo del Friuli, ho fatto la mia parte. In questa bella giornata sono di ritorno a casa, nelle terre in cui ho vissuto. L'Ardir è stata forme la virtù veneziana che più ha caratterizzato la via esistenza. Il coraggio da me dimostrato per impedire agli usurpatori d'estirpare le terre del Veneto fu grande. Ed è proprio il mio ardire che sento il bisogno di rivivere, quest'oggi. Prima della mia partenza, trovo ristoro qui, in questo posto bellissimo: Borgo Ca' dei Sospiri, nello stupendo parco del fiume Sile, che scorre qui vicino da tempo immemore. Mi trovo in un'area di somme bellezze, incastonate tra Venezia e Treviso, tra le quali sorge anche quest'antica villa pensata per accogliere e far sentir a casa propria le patrizie famiglie che nel lontano '500 vi abitarono. Son stato uomo di notevole cultura, quand'ero in vita, oltre che milite degno di nota; potrei domandarlo a Sile, che se potesse parlare confermerebbe queste verità narrando le mie memorie. Sono più di mille anni che non rivedo l'oasi di Trepalade... L'ultima volta che misi piede da queste parti, correvano ancora i tempi di Carlo Magno. La leggenda narra che la mia famiglia si sia convertita al Cristianesimo da San Bonifacio di Magonza, il quale, prima di essere martirizzato e santificato, ha presumibilmente consegnato a mia nonna il bastone da pellegrino. Quando mia nonna venne a sapere che San Bonifacio era stato martirizzato, inchiodò il bastone a terra e questo divenne un albero. Ma girò una leggenda ancor più bizzarra su di me: si disse che una notte avvenne un miracolo nella foresta