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Radroute in Depressa, Apulien, Italien

T19 - Serra del Mito e Torre del Sasso 6.960

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7 km
Distanz
32 m
Aufstieg
31 m
Abstieg
-:-- h
Dauer
-- km/h
ø-Tempo
124 m
Max. Höhe

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Il gruppo "Va" sentiero" vi propone: TREKKING SUL MARE - Diciannovesima Tappa “Serra del Mito e Torre del Sasso" QUANDO: Domenica 15 dicembre PARTENZA:  Ore 8,45 da Calimera (via Coccaluto angolo via Mascagni)  - Ore 9,45 sul posto (SP Andrano Tricase per Torre Mito  Latitudine 39°58'2.01"N - Longitudine 18°23'29.29"E) -  SI RACCOMANDA LA MASSIMA PUNTUALITA' LUNGHEZZA PERCORSO: km 7 - Sentiero / tratturo TEMPO MINIMO DI PERCORRENZA: 3 ore PUNTI DI INTERESSE: Sentiero della Serra del Mito lungo circa 1,5 km su una balconata a quota 110 mt s.l.m. -  Torre del Sasso, (panorama mozzafiato) situata sulla cresta della Serra del Mito a 116 metri sul livello del mare, faceva parte di un sistema di torri costruite lungo tutta la costa del Salento, fornite di cannoni, a vista l'una dell'altra, in modo che, in caso di scorrerie da parte dei Turchi o corsari, le popolazioni all'interno potessero essere opportunamente avvisate. La torre, la cui esistenza è accertata al 1584, è parzialmente diruta; presentava una base troncopiramidale e un corpo sovrastante a pianta quadrata. Il vano superiore doveva avere volta a botte e rivestimento in blocchi di tufo regolari, come intuibile dai resti dell'imposta ancora visibili. Comunicava a nord con Torre Porto di Ripa e a sud con Torre del Porto di Tricase. La Serra del Mito è una importante stazione di piante rupicole inserite nella Lista Rossa Regionale e Nazionale delle specie a rischio di estinzione come la Scrofularia pugliese (Scrophularia lucida), l’Alisso di Leuca (Aurinia leucadea) e il Garofano salentino (Dianthus japigicus), i nuclei più abbondanti delle quali si trovano proprio a ridosso della Torre. Le rocce che ospitano la vegetazione tipica del sito e utilizzata nel tempo dai contadini per modellare il paesaggio agrario, risultano costituite da calcari organogeni ricchi di fossili. L’ambiente infatti circa 30 milioni di anni fa era caratterizzato da una costa bassa e orlata di numerose scogliere. Il clima era di tipo tropicale come testimoniano le barriere coralline le cui tracce sono qui evidenti quanto spettacolari. La strada provinciale che collega il sito naturalistico che ospita la Torre all’abitato di Andrano attraversa una vasta area pianeggiante in cui sono presenti formazioni diverse di pseudosteppa e di gariga a Salvione giallo (Phlomis fruticosa). Di particolare rilievo e rigogliosa è l’area attraversata dalla strada bianca che conduce al punto panoramico a picco sul mare, dominata dalla steppa con Barboncino mediterraneo (Hyparrhenia hirta), splendida graminacea dal particolare aspetto a ciuffo e Verbasco coda grossa (Verbascum macrurum) che definiscono l’unico habitat prioritario presente nel Parco Regionale (vedi tabella). Intercalate tra gli ambienti con vegetazione di tipo erbaceo vi sono zone che esprimono aspetti interessanti di bassa gariga con Timo arbustivo, Euforbia spinosa e piccoli nuclei di formazioni macchiose con Quercia spinosa, Mirto e Lentisco. A monte di queste associazioni vegetali, lungo il sentiero panoramico che serve la Torre, troviamo nuclei di rimboschimento a Eucalipto, Acacia e Pino d’Aleppo.Alle spalle di Torre del Sasso è possibile individuare e discendere un tratturo lungo circa 250m che accompagna i terrazzamenti che abbracciano la falesia tra i numerosi carrubi e gli allori e alcuni esemplari di Quercia vallonea (Quercus ithaburensis macrolepis). Il nome “Mito” deriverebbe da “Amito”, stando alle informazioni che troviamo inTasselli: «Amito terra così detta perché ibi semper erat Statio Militum» (Tasselli 1693). Da questa frase latina sembrerebbe che la terra del Mito sia chiamata così per la presenza di una “stazione militare”. Alla migrazione dei calogeri in fuga dalla Grecia sulle coste salentine, in seguito alle disposizioni iconoclaste dell’imperatore Leone III Isaurico, è attribuita la realizzazione di un monastero, meglio conosciuto come Abbazia di Santa Maria del Mito conquistata e devastata dai turchi nel 1537, successivamente fu trasformata in masseria, come testimonia la cinquecentesca torre colombaia, dove venivano allevati i colombi poiché la loro carne era ricercata dai nobili e dal clero di ogni feudo. - Il gruppo "Va" sentiero" vi propone: TREKKING SUL MARE - Diciannovesima Tappa “Serra del Mito e Torre del Sasso" QUANDO: Domenica 15 dicembre PARTENZA:  Ore 8,45 da Calimera (via Coccaluto angolo via Mascagni)  - Ore 9,45 sul posto (SP Andrano Tricase per Torre Mito  Latitudine 39°58'2.01"N - Longitudine 18°23'29.29"E) -  SI RACCOMANDA LA MASSIMA PUNTUALITA' LUNGHEZZA PERCORSO: km 7 - Sentiero / tratturo TEMPO MINIMO DI PERCORRENZA: 3 ore PUNTI DI INTERESSE: Sentiero della Serra del Mito lungo circa 1,5 km su una balconata a quota 110 mt s.l.m. -  Torre del Sasso, (panorama mozzafiato) situata sulla cresta della Serra del Mito a 116 metri sul livello del mare, faceva parte di un sistema di torri costruite lungo tutta la costa del Salento, fornite di cannoni, a vista l'una dell'altra, in modo che, in caso di scorrerie da parte dei Turchi o corsari, le popolazioni all'interno potessero essere opportunamente avvisate. La torre, la cui esistenza è accertata al 1584, è parzialmente diruta; presentava una base troncopiramidale e un corpo sovrastante a pianta quadrata. Il vano superiore doveva avere volta a botte e rivestimento in blocchi di tufo regolari, come intuibile dai resti dell'imposta ancora visibili. Comunicava a nord con Torre Porto di Ripa e a sud con Torre del Porto di Tricase. La Serra del Mito è una importante stazione di piante rupicole inserite nella Lista Rossa Regionale e Nazionale delle specie a rischio di estinzione come la Scrofularia pugliese (Scrophularia lucida), l’Alisso di Leuca (Aurinia leucadea) e il Garofano salentino (Dianthus japigicus), i nuclei più abbondanti delle quali si trovano proprio a ridosso della Torre. Le rocce che ospitano la vegetazione tipica del sito e utilizzata nel tempo dai contadini per modellare il paesaggio agrario, risultano costituite da calcari organogeni ricchi di fossili. L’ambiente infatti circa 30 milioni di anni fa era caratterizzato da una costa bassa e orlata di numerose scogliere. Il clima era di tipo tropicale come testimoniano le barriere coralline le cui tracce sono qui evidenti quanto spettacolari. La strada provinciale che collega il sito naturalistico che ospita la Torre all’abitato di Andrano attraversa una vasta area pianeggiante in cui sono presenti formazioni diverse di pseudosteppa e di gariga a Salvione giallo (Phlomis fruticosa). Di particolare rilievo e rigogliosa è l’area attraversata dalla strada bianca che conduce al punto panoramico a picco sul mare, dominata dalla steppa con Barboncino mediterraneo (Hyparrhenia hirta), splendida graminacea dal particolare aspetto a ciuffo e Verbasco coda grossa (Verbascum macrurum) che definiscono l’unico habitat prioritario presente nel Parco Regionale (vedi tabella). Intercalate tra gli ambienti con vegetazione di tipo erbaceo vi sono zone che esprimono aspetti interessanti di bassa gariga con Timo arbustivo, Euforbia spinosa e piccoli nuclei di formazioni macchiose con Quercia spinosa, Mirto e Lentisco. A monte di queste associazioni vegetali, lungo il sentiero panoramico che serve la Torre, troviamo nuclei di rimboschimento a Eucalipto, Acacia e Pino d’Aleppo.Alle spalle di Torre del Sasso è possibile individuare e discendere un tratturo lungo circa 250m che accompagna i terrazzamenti che abbracciano la falesia tra i numerosi carrubi e gli allori e alcuni esemplari di Quercia vallonea (Quercus ithaburensis macrolepis). Il nome “Mito” deriverebbe da “Amito”, stando alle informazioni che troviamo inTasselli: «Amito terra così detta perché ibi semper erat Statio Militum» (Tasselli 1693). Da questa frase latina sembrerebbe che la terra del Mito sia chiamata così per la presenza di una “stazione militare”. Alla migrazione dei calogeri in fuga dalla Grecia sulle coste salentine, in seguito alle disposizioni iconoclaste dell’imperatore Leone III Isaurico, è attribuita la realizzazione di un monastero, meglio conosciuto come Abbazia di Santa Maria del Mito conquistata e devastata dai turchi nel 1537, successivamente fu trasformata in masseria, come testimonia la cinquecentesca torre colombaia, dove venivano allevati i colombi poiché la loro carne era ricercata dai nobili e dal clero di ogni feudo.

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