Nella mia vita sono stato uno degli ultimi... un umiliato. Cos'era, per me, la carità? Essa è una virtù che non sempre la Chiesa ha rispettato e conservato verso il Prossimo. Ma io ho sempre seguito questo scopo, nella mia vita. Difesi il valore della carità sino a sfociare persino nell'eresia, innanzi allo sguardo bieco del Clero... Quello che oggi ho intenzione di rivivere, è ciò che è successo, molti secoli fa, a me e all'Ordine cui appartenevo. Voglio rivisitare i luoghi che mi sono rimasti impressi quand'ero in vita, che gravitarono attorno al fiume Adige. Sono Gerolamo Donato, da molti ricordato come “il Farina”. Mi trovo nel sontuoso Castello Bevilacqua, una cornice di indiscutibile fascino che accoglie i banchetti di nozze in suggestivi spazi interni ed esterni. L'antica dimora dispone di sfarzosi saloni che oggi sono usati per offrire la possibilità d'allestire pranzi serviti, feste danzanti ed altre forme d'intrattenimento dal vivo. Sebbene io sia stato un frate, non disdegno tutto questo ben di Dio.Mentre seguo la via verso il mio antico monastero, incontro una delle tenute della famiglia Bevilacqua di Santa Anastasia. Una casa di villeggiatura dotata d'ampi spazi ed un meraviglioso parco che circonda tutta la dimora, rendendola una piccola oasi di tranquillità ed armonia. Quello che fu il mio ordine religioso, sia maschile che femminile, sorse nel XII secolo, per opera di movimenti pauperistici animati da uno spirito riformatore: noi aderenti sceglievamo di vivere in povertà, sostenendoci solo col nostro lavoro, legato soprattutto alla lavorazione della lana. Proprio per questo, però, il mio Ordine si era arricchito parecchio... - Nella mia vita sono stato uno degli ultimi... un umiliato. Cos'era, per me, la carità? Essa è una virtù che non sempre la Chiesa ha rispettato e conservato verso il Prossimo. Ma io ho sempre seguito questo scopo, nella mia vita. Difesi il valore della carità sino a sfociare persino nell'eresia, innanzi allo sguardo bieco del Clero... Quello che oggi ho intenzione di rivivere, è ciò che è successo, molti secoli fa, a me e all'Ordine cui appartenevo. Voglio rivisitare i luoghi che mi sono rimasti impressi quand'ero in vita, che gravitarono attorno al fiume Adige. Sono Gerolamo Donato, da molti ricordato come “il Farina”. Mi trovo nel sontuoso Castello Bevilacqua, una cornice di indiscutibile fascino che accoglie i banchetti di nozze in suggestivi spazi interni ed esterni. L'antica dimora dispone di sfarzosi saloni che oggi sono usati per offrire la possibilità d'allestire pranzi serviti, feste danzanti ed altre forme d'intrattenimento dal vivo. Sebbene io sia stato un frate, non disdegno tutto questo ben di Dio.Mentre seguo la via verso il mio antico monastero, incontro una delle tenute della famiglia Bevilacqua di Santa Anastasia. Una casa di villeggiatura dotata d'ampi spazi ed un meraviglioso parco che circonda tutta la dimora, rendendola una piccola oasi di tranquillità ed armonia. Quello che fu il mio ordine religioso, sia maschile che femminile, sorse nel XII secolo, per opera di movimenti pauperistici animati da uno spirito riformatore: noi aderenti sceglievamo di vivere in povertà, sostenendoci solo col nostro lavoro, legato soprattutto alla lavorazione della lana. Proprio per questo, però, il mio Ordine si era arricchito parecchio...
